Seconda tappa del viaggio da Milano fino a Santiago de Compostela. Da Alessandria a Celle Ligure in mezzo ai monti.
Ore 7.52, mi alzo dal letto. Tra gente che russa e tette siliconate in vista, ringrazio Dio di aver portato con me i tappi per le orecchie.
Ho dormito bene, nonostante il caldo. Il ventilatore mi dava fastidio ma ero troppo stanco per alzarmi e spegnerlo.
Alle quattro di mattina circa Marius e la ragazza trans sono rientrati. Che coppia curiosa, chissà che hanno combinato! Faccio finta di non sentirli per evitare eventuali discorsi.
Partenza
Ore 9.00, Alessandria centro, con il suono delle campane del chiostro, parto. A tenermi compagnia, Roots Rock Reggea di Bob Marley.
La partenza questa mattina è stata più leggera, sicuramente meno emotiva. Non nascondo a me stesso l’intensità della giornata di ieri. Io ero tranquillo, ma chi mi ha visto partire per niente e questo mi ha appesantito.
Dopo i primi metri e dopo aver impostato una via che mi prospetta circa cinque ore di viaggio, mi sono reso conto di avere bisogno di fare almeno una decina di chilometri di rodaggio. Ho le gambe pesanti. Non stanche, proprio pesanti. Faccio fatica e ho paura di strapparmi o di farmi male, quindi rallento e seguo la via.
Sono sereno e tranquillo, non c’è troppo caldo, tra me e me penso: “Devo diventare più bravo e cercare di partire intorno alle 7.00 – 7.30 al massimo, questo mi aiuterà“. Non subire il caldo equivale a stare meglio e questo è un grande vantaggio su itinerari così lunghi. Convincilo tu, però, un dormiglione come me.
Uscito da Alessandria ci sono subito campi di girasoli. So che oggi mi aspetteranno almeno 700/800m di dislivello, musica buona alle orecchie e via pedalare in mezzo al nulla, ma con un obiettivo chiaro: il Mar Ligure.
Ore 11.00 primo pit stop della giornata in un autogrill sulla strada a 36 km dalla partenza. Sono lento, pensavo di essere veloce e invece sono praticamente al limite. La tabella di marcia che avevo ipotizzato mi vedeva arrivare per le 14.00. Probabilmente non ce la farò, mi aspetta un pezzo tortuoso, si vedrà.
Dopo un’oretta si affianca a me un ciclista e chiacchierando scopro che ha più di 70 anni, veniva diretto da Varazze. Lui si lascia sfuggire un: “Ma con tutto sto peso hai coraggio a fare questa via!”. Io rido e non ci penso. Mi stacca velocemente.
Pausa pranzo
Ore 13.23, da circa 30 minuti stavo cercando un posto dove fermarmi comodo per poter pranzare, però non ho trovato niente. Mi sono fermato sul ciglio della strada, all’ombra, in una riserva dove si coltivano funghi. Sono stanco e mi mancano ancora 25 km almeno. Oggi è veramente tecnica, tutto un saliscendi, inizia a pesare.
Ore 14.15, con all’orecchio una canzone di Bob Marley si riparte.
Superata la famosa Sassello inizia il dramma, ho le gambe scoppiate. Ho ancora forza, ma non riesco più a pedalare bene nelle infinite salite che continuo ad incontrare. Sono pesante. Per la prima volta su un pezzo estremamente lungo e ripido scendo dalla bici e inizio a spingere. Non è una sconfitta, mi ripeto, è buonsenso.
Verso l’arrivo
Arrivo finalmente in cima, da qui è tutta discesa. Mi sento rinato completamente, supero i 60km in discesa e macino chilometri in pochi minuti. Supero macchine e moto in uno slalom incredibile che difficilmente scorderò. Finalmente intravedo il mare, ancora nascosto dalle montagne.
Ore 16.06 arrivo finalmente a Celle Ligure. Davanti a me un mare chiarissimo e una spiaggia tipica di sassi misti. Dopo il check-in vado a farmi un bagno per rilassarmi, l’acqua è calda e si sta benissimo. Rientro in hotel, stasera dormo al fresco e da solo. Che lussuria!