Ventiseiesima tappa del viaggio da Milano fino a Santiago de Compostela in bici. Da Santiago de Compostela, finalmente, arrivo fino ai confini del mondo antico.
Mercoledì 22 agosto, Santiago di Compostela, ore 5:35, mi sveglio. Ho dormito profondamente, mi sono svegliato solo una volta per la tosse, per il resto bene.
Sono deciso a partire entro le 6:30. Oggi, ci riesco.
Ore 6:46, esco dall’albergue e inizio pensieroso, ma leggero, a pedalare. Fuori c’è completamente buio. Buio pesto. Il cielo è scuro e zeppo di stelle. Oggi chiudo la mia impresa, vada come vada. Ho l’orecchio sinistro tappato, sono mezzo influenzato, ma non sono mai stato più forte di così. Via. Alle orecchie Experience di Ludovico Einaudi.

Ore 7:32, sono a Bertamiràns, la città in cui sarei dovuto arrivare ieri secondo i piani originari che dista circa 15km da Santiago. Meteo, le previsioni oggi danno 34°. Per arrivare fino qua, però, sono ghiacciato. Ci saranno 14-15° al massimo. Faccio una bella colazione perché voglio pedalare il più possibile per arrivare a Finisterre prima possibile.
Ore 9:10, riparto dopo una brevissima sosta di qualche minuto per acqua e per fare il conto di come sono messo. Ho fatto all’incirca 30km in due ore e qualcosa, mi restano poco meno di 55km all’arrivo. La fatica oggi si fa sentire tutta. Gli ultimi chilometri sono sempre i più difficili. Il mio corpo è allo stremo, le gambe in particolare sono praticamente già arrivate. Il problema è sempre il dislivello e oggi ho comunque ancora 1000 metri di su e giù. Spero inizi presto a fare caldo, cercherò di arrivare entro l’una e trenta al massimo per avere più tempo possibile da stare lì. Ce la metto tutta.

Ore 10:30, mi fermo a mangiare sul ciglio della strada la napoletana che mi ero preso per colazione e che non ero riuscito a finire. Sono di qui con un ciclista basco e anche lui sta andando a Finisterre mi dice. Come prima cosa gli chiedo se sa quanto manca, lui mi guarda e sorridendo mi dice: “meno di due ore”. Io incredulo controllo ed effettivamente da qui mancano 33km. Incredibile. Forse riesco arrivare veramente nei tempi che speravo. Ora mi prendo altri cinque minuti, finisco la napoletana, e poi do tutto me stesso per arrivare.

Ore 11:56 dopo aver visto che il GPS mi faceva passare per un’autostrada e che quindi dovevo abortire quella direzione, cambio e vado verso un’altra strada alla cieca. Fatta una prima parte in discesa, mi rendo conto che davanti a me dopo 26 giorni di viaggio, finalmente, vedo l’oceano. Non so spiegare cosa mi passa per la testa. Sento, però, un richiamo profondo. Arrivo.
Subito dopo ho trovato un’altra via più lunga di circa 10km che però costeggia tutto il mare, è impegnativa ma meravigliosa.

Ore 12:43, sono arrivato sulla costa di Finisterre, finalmente. È ora di pedalare l’ultimo pezzo e di andare a ritirare la mia Finisterrana. Alle orecchie la canzone designata: Ocean di John Butler Trio. Fiancheggio tutto il mare fino ad arrivare in centro e a perdermi nelle viette.

Arrivo nell’ufficio del turismo. È finita. Ora non mi resta che mangiare e farmi un bel bagno. Qui oggi si conclude ufficialmente la mia avventura. Non so più cosa fare ora, devo dire la verità, sono spaesato. Qual è la metà domani?
Ore 14:16 dopo aver mangiato velocemente un panino, non essendo totalmente sicuro che il Flixbus che mi riportava a Santiago accettasse bici tipo la mia, mi guardo intorno e decido di accettare la vittoria, non andare al faro di Finisterre dove c’è il km zero ufficiale e di correre alle poste per spedire la mia bici.

Ore 15:13, ho impacchettato tutto, mi sembra assurdo. Adesso che l’ho spedita ho capito davvero di aver finito.

Sono in spiaggia, mi accingo ad entrare nell’Oceano Atlantico. In questo Oceano che ora diventa anche po’ mio. Spero di essere sazio di vittorie, almeno per un po’. Me lo devo.
17:11, ho ancora Ocean di John Butler Trio alle orecchie, sono in autobus sulla via del ritorno, sorrido a vedere tutta la strada e le salite che tanto mi hanno provato nell’ultimo giorno. Un sorriso spensierato e genuino, di quelli involontari. Ora lo so davvero credo. È finita.
Anche se sono arrivato al capolinea di questa mia avventura, mi rendo conto che in questo diario delle mie tappe giornaliere, da un lato, sia emersa in maniera preponderante il racconto della fatica, in ogni forma.
Ci tengo a condividere con chiunque stia leggendo una riflessione che mi ha sempre dato forze e che mi ha accompagnato durante le giornate più belle, come l’arrivo al mare in Liguria, l’attraversamento della frontiera in Francia, le ciclabili sulla costa azzurra, i paesi sotto i Pirenei francesi, Lourdes, l’arrivo in Spagna sulle tracce di Carlo Magno, la Navarra, l’arrivo a Logroño, le Meseta, Lèon, Santiago de Compostela e infine Finisterre, senza contare ovviamente tutti gli incontri speciali fatti lungo la mia strada.
Ma anche nei momenti peggiori come quando sono sceso dalla bici a Sassello, quando mi sono perso sfinito vicino Monaco, quando mi sono fermato inerme contro il Maestrale, quando avevo la febbre, quando il mal di gola non mi faceva respirare, quando il dislivello della fine del cammino mi ha prosciugato le energie fino agli ultimi chilometri prima dell’oceano.
Tra me e me, come gesto quasi scaramantico, mi son sempre ripetuto: “Hai tutta la vita per morire, ma hai solo oggi per vivere“. È forte, d’impatto, forse cruda ma non è nient’altro che la verità.
Grazie a chiunque abbia avuto un ruolo nello spingermi a misurarmi in questa impresa. Lo posso dire finalmente: Veni, Vidi, Albici.
🚴🏼 Totale chilometri pedalati: 2245.6 – Media giornaliera: 86.36
🏔️ Totale dislivello positivo: 18.964m – Media giornaliera: 729.38m
⏱️ Totale ore in sella: 137 ore e 24 minuti – Media giornaliera: 5 ore e 28 minuti
Complimenti per l’impresa e anche per la narrazione, davvero!
Grazie Andrea!
Grande Alberto. Letta tutta d’un fiato. Davvero una prova di forza e autostima che ti seguirà per tutta la vita. Adesso hai il pieno di stati emotivi che potrai richiamare ogni volta che vorrai semplicemente ripensando ad una canzone, un odore, un colore, un gesto fatto in quel momento. Sempre saputo che sei una persona speciale, questa è l’ennesima dimostrazione.
Grazie per queste bellissime parole Giacomo!